Finalmente mi armo di coraggio e
prendo appuntamento con una ditta di Viterbo per la revisione del boiler, del frigo e qualche altro piccolo difetto. E così siamo arrivati ad oggi. Undici novembre 2021. San Martino. Ed io sono qui a Viterbo dove passerò la notte per poter lasciare Mafalda nelle mani di Fabrizio domani mattina sperando che possa restituirmela tutta funzionante.
Dal sette agosto ad oggi sono più di tre mesi che vivo con Mafalda. Ho suonato al Castello di Ceri, in piazza a Ladispoli, al bar Karibù di San Nicola, all’Isola del pescatore di Santa Severa. A R, Allumiere, Trevignano ed in altri siti del litorale. Ho incontrato gente generosa e meravigliosa. Sono stato abbracciato dal loro affetto e stima ed oggi mi sento pronto a partire per il mio viaggio in Grecia.
Il sogno di quando ero bambino era quello di prendere la tenda, riempire il mio zaino con indumenti e attrezzature necessarie alla sopravvivenza e partire senza meta, solo per il gusto di esplorare e sfidare le mie abilità nella sopravvivenza.
Avevo fatto la lista, anzi più di una. Avevo scritto con cura tutto ciò che poteva essermi utile per non dimenticare nulla come se fossi in procinto di partire il giorno dopo.
Pensa che nel giardino della nostra casa di Roma avevo piantato una tenda canadese blu e gialla che è rimasta li tre anni. Era il triennio che andava dai miei dieci ai tredici anni. Poi andammo a vivere a Siena ed arrivò il primo ciclomotore per esigenze logistiche: la fermata dell’autobus per andare a scuola era ad un chilometro e mezzo da casa e l’alternativa era che papà si alzasse ogni mattina alle sette per accompagnarmici. Altro triennio e poi si attraversa il mare e ci trasferiamo ad Atene in Grecia saranno i miei ultimi tre anni di liceo. Spesso ero andato in campeggio con mio cugino Andrea. Una volta perfino nel camping di Siena stessa dove abitavamo entrambi, dormimmo nei sacchi a pelo inzuppati da una pioggia notturna torrenziale. Insomma ero sempre stato irragionevolmente attratto dall’avventura. Forse avevo respirato troppo ghibli? Il vento che accompagna i Beduini attraverso il Sahara. Non lo so. Fatto sta che quando presi la patente e partìì militare cercai subito il modo di trasformare la mia prima macchina: la 850 che era stata di mamma prima e di Paolo poi in un posto che avesse uno spazio per poterci dormire. Non lo feci mai ma passai parecchie notti tra arrovellamenti mentali e disegni.
Da allora ad oggi sono passati quasi quarant’anni e Mafalda è arrivata in dono nel momento in cui io ora come allora stavo progettando la conversione della classe A che mi aveva lasciato Lara in un piccolo camper. Via i sedili. Dentro un materassino e via: Grecia arrivo!
Non avevo fatto in tempo a finire la frase che preannunciava il mio arrivo alla mia terra che comparve Mafalda.
Ora puoi immaginare che pensarti a dormire in una classe A e trovarti a risvegliarti di notte su un letto vero, dentro un camper con bagno e cucina, con tavolino e sedute per fare colazione, con armadio e luci. Insomma una piccola casa con tutto quello che c’è in una casa ma più piccolo… beh!
Mi è capitato di svegliarmi due notti di fila dopo un paio di mesi che abitavo stabilmente nel camper e aprendo gli occhi e rendendomi conto di dove ero ho provato una gioia infinita. Quella pura che si prova da bambini. Ho sentito e capito che ormai la Grecia era solo una questione di tempo.
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